Il piano Transizione 5.0 è pronto a una trasformazione significativa grazie all’emendamento presentato da Matteo Gelmetti al Decreto Fiscale. Tra le novità introdotte troviamo due soli scaglioni di investimento (10 e 50 milioni), aliquote più elevate fino al 60%, maggiorazioni per il fotovoltaico e la possibilità di cumulare i benefici con le Zone Economiche Speciali (ZES). Queste modifiche, una volta approvate, saranno valide anche retroattivamente per le pratiche già in corso.
L’emendamento, firmato dal parlamentare di Fratelli d’Italia Matteo Gelmetti, è stato presentato in Commissione Bilancio al Senato come modifica al Decreto Fiscale (DL n. 155 del 19 ottobre 2024). Dato che l’emendamento ha già ricevuto il consenso del ministro Adolfo Urso e il supporto di Confindustria, si prevede un iter rapido verso l’approvazione definitiva, entro il 18 dicembre 2024.
Tutte le modifiche previste dal nuovo emendamento avranno effetto retroattivo, rendendole valide anche per i progetti già avviati o conclusi.
Si passa dai tre scaglioni attuali a due soglie: fino a 10 milioni e da 10 a 50 milioni di euro. Le aliquote di finanziamento, distribuite su tre livelli di efficientamento energetico, raggiungono fino al 60% per investimenti fino a 10 milioni e al 25% per quelli fino a 50 milioni. Questa semplificazione rende il piano più competitivo, incentivando le imprese ad aumentare l’entità degli investimenti.
Ecco la tabella riassuntiva delle nuove aliquote Transizione 5.0:
Investimento | prima fascia | seconda fascia | terza fascia |
---|---|---|---|
Fino a 2,5 mln | 50% | 55% | 60% |
2,5÷10 mln | 50% | 55% | 60% |
10÷50 mln | 15% | 20% | 25% |
Il nuovo piano introduce maggiorazioni sugli impianti fotovoltaici, con incrementi che variano in base al tipo di pannelli utilizzati: 30% per i pannelli di tipo a), 40% per quelli di tipo b) e 50% per quelli di tipo c). In alcuni casi, l’aliquota totale per i pannelli può arrivare fino al 90%.
Una novità rilevante è la possibilità di cumulare il piano Transizione 5.0 con le agevolazioni della ZES nel Mezzogiorno, entro il limite del 100% dei costi ammissibili. Questa modifica può rappresentare un grande vantaggio per le imprese che operano nelle zone economiche speciali del Sud Italia.
Nonostante queste novità, due aspetti restano in sospeso: la possibile proroga delle scadenze dal 31 dicembre 2025 al 30 aprile 2026 e la gestione simultanea di più progetti di innovazione. Mentre la proroga potrebbe essere introdotta nelle fasi successive di approvazione, l’autorizzazione alla gestione parallela di progetti richiederebbe una modifica delle procedure del GSE, che al momento appare meno probabile.